Età pediatrica
La nutrizione in età pediatrica e soprattutto nel primo anno di vita risulta essere strettamente correlata al futuro stato di salute dell’adulto.
Ciò che diamo da mangiare ai nostri figli condiziona in grande misura la loro salute e le loro abitudini alimentari per tutta la vita. Il tempo che i genitori dedicano a nutrire correttamente i figli può essere il contributo più importante che possono offrire al loro sviluppo. Aiutare i bambini a sviluppare buone abitudini alimentari può essere molto difficile ma vale la pena di farlo.
Varie inchieste sulle abitudini alimentari svolte in età pediatrica-adolescenziale mostrano regimi alimentari squilibrati in nutrienti (eccesso di proteine animali e lipidi, scarso apporto di fibre), monotoni, ripartiti in modo errato durante la giornata (colazione insufficiente, spuntini frequenti, assenza di frutta e verdura) e allo stesso tempo stili di vita sedentari che riducono il dispendio energetico giornaliero (con TV e videogiochi che la fanno da padroni).
Nel corso del primo anno di vita il 40% delle calorie viene utilizzato per la crescita e lo sviluppo.
L’età prescolare (3-5 anni) è cruciale per la formazione della coscienza alimentare: il bambino, libero di servirsi la porzione dal piatto di portata, consuma meno cibo del bambino servito. Caratteristiche sono le tendenze alla selettività (il bambino "spizzicatore"), al rifiuto alimentare e alla neofobia (timore nei confronti di cibi nuovi).
Nell’età di latenza (5-11 anni) acquistano maggior rilievo fattori ambientali esterni, primo fra tutti il gruppo dei compagni di scuola e degli amici.
In seguito (11-18 anni), la ricerca di identità porta i ragazzi a confrontarsi e a scontrarsi con i modelli all’interno della famiglia.
È essenziale fornire alle madri un supporto adeguato nella gestione dell’alimentazione del bambino, aumentando il livello di consapevolezza. Dare indicazioni certe relativamente ai corretti stili alimentari diviene un passaggio importante della formazione materna (indicazioni precise sull’importanza dell’allattamento al seno, sulle modalità di svezzamento e sui ritmi di crescita individuali dei bambini).
Inoltre, nella fase di educazione alimentare deve essere sempre presente il coinvolgimento attivo del bambino e della famiglia, stimolando un cambiamento graduale ma continuo dello stile di vita.
Grazie a questo percorso, si costruirà una strada semplice in cui il bambino, partendo dai semplici gusti, possa costruire una sensibilità alimentare che insieme allo stile di vita attivo lo porti a diventare un adulto sano.